LA PUBBLICITA’ PERSONALIZZATA SUI SOCIAL E’ ILLEGALE
La pubblicità visibile sui social senza il consenso degli utenti è illegale.
Lo ha recentemente stabilito l’European Data Protection Board (Comitato Europeo per la Protezione dei Dati) comunicando che Facebook e Instagram non possono più pubblicare annunci personalizzati senza il consenso degli utenti, avendo trattato illegalmente i dati personali di questi ultimi al fine di vendere pubblicità mirate sulla singola persona.
La vicenda interessa in generale il mondo del marketing e delle pubblicità online.
Ciò che è stato contestato a Meta Platforms Ireland Limited, società che controlla Facebook e Instagram e che ha la propria sede europea principale in Irlanda, è la sussistenza di un trattamento illecito dei dati personali degli utenti in violazione dell’articolo 6 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
Nello specifico, l’Irish Data Protection Commission (Autorità Irlandese per la Protezione dei Dati), a seguito delle decisioni vincolanti sulla risoluzione delle controversie dell’European Data Protection Board del 5 dicembre 2022, ha adottato le proprie decisioni relative a Facebook e Instagram pronunciandosi sull’esistenza o meno di liceità e trasparenza nel trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale.
In concreto, dall’indagine è emerso il mancato rispetto da parte di Facebook ed Instagram del requisito del consenso per il tracciamento delle attività e la pubblicità online, mentre la società Meta, al contrario, ritiene di poter aggirare il predetto requisito sostenendo che gli annunci pubblicitari siano parte del “servizio” che deve contrattualmente agli utenti, obbligando questi ultimi, nel momento in cui creano un profilo sui predetti social network, ad aderire a delle informative privacy che comportano il rilascio automatico del consenso all’essere targhettizzati a fini pubblicitari.
In conclusione, a seguito dell’indagine svolta, Meta è stata sanzionata dalla Irish Data Protection Commission a pagare 210 milioni di euro per la questione afferente Facebook e 180 milioni di euro per Instagram, il tutto per un totale di 390 milioni di euro.
Il presidente dell’European Data Protection Board, Andrea Jelinek, ha dichiarato: “Le decisioni vincolanti dell’EDPB chiariscono che Meta ha trattato illegalmente i dati personali per la pubblicità comportamentale. Tale pubblicità non è necessaria per l’esecuzione di un presunto contratto con gli utenti di Facebook e Instagram. Queste decisioni possono avere un impatto importante anche su altre piattaforme che hanno la pubblicità comportamentale al centro del loro modello di business”.
In verità NOYB, l’organizzazione senza scopo di lucro per i diritti digitali da cui è partito il reclamo contro Meta, sostiene che la Irish Data Protection Commission abbia emesso dei provvedimenti non in grado di tutelare sufficientemente gli utenti e, pertanto, è probabile che agirà al fine di ottenere un risultato maggiormente soddisfacente.
Ad ogni modo, l’intera vicenda potrebbe implicare in generale delle problematiche nel mondo del marketing, e dunque non solo per Meta ma anche per tutte le società commerciali che offrono “targeted ads” (pubblicità mirate), interessando non solo i grandi colossi come Google e TikTok, ma anche aziende minori in cui l’utente, per iscriversi ad una piattaforma, è costretto ad acconsentire a inserzioni mirate.
Tutto ciò comporta necessariamente per le imprese la verifica di conformità alla normativa privacy e, pertanto, le aziende che intendono o continuano ad operare nel mondo del web marketing avranno sicuramente bisogno dell’assistenza di uno Studio Legale esperto in materia per adeguarsi.
Avv. Matteo Aniballi
- Posted by Matteo Aniballi
- On 23 Gennaio 2023