InnovationPills 3: Sandbox Rule e Innovazione
Diritto d’Innovare
Un emendamento alla legge di bilancio 2020, presentato sia dal governo sia da alcuni deputati della maggioranza, delinea i confini di quello che il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, ha definito “il diritto a innovare”, ovvero l’estensione al mondo dell’Innovazione della Sandbox rule.
Il “diritto a innovare” modificherà l’articolo 26 del decreto legge 179 del 2012, meglio noto come decreto Crescita 2.0, varato dal ministro per lo Sviluppo economico del governo Monti, Corrado Passera, per incentivare le startup, vediamo come.
Le startup che vogliono sperimentare sul campo un progetto innovativo, frenate da vincoli legislativi o burocratici, potranno ottenere una deroga alle regole limitata nel tempo per completare i propri test.
Una soluzione simile esiste già nel mondo del fintech, cd. sandbox, la “sabbiera per bambini” nel quale una startup può lavorare e testare le proprie soluzioni pur senza autorizzazione delle autorità finanziarie. L’obiettivo del governo è evidentemente quello di estendere a “mobilità, logistica, droni, robotica e intelligenza artificiale” il concetto di sandbox.
Come funziona?
Grazie al “diritto a innovare”, gli imprenditori potranno inviare al dipartimento dell’Innovazione il loro progetto. Gli esperti del ministero provvederanno ad analizzarlo, valutarne l’impatto sulla società, i “concreti ed effettivi profili di innovazione”, e la coerenza con le linee guida nazionali di sviluppo tecnologico e, in caso positivo, daranno il via libera alla sperimentazione sul territorio in deroga, ma sotto il controllo di tutte le autorità coinvolte.
Attenzione!
1: Alla Sandbox rule accedono solo le startup innovative.
2: Le startup dovranno dimostrare la validità dell’innovazione.
3: il via libera consente di operare in deroga alle norme considerate di ostacolo, con esclusione delle normative relative alla salute, beni culturali, giustizia e ambiente, codice penale, leggi antimafia e trattati internazionali.
In quanto tempo?
Il dipartimento del Ministero dell’Innovazione avrà 30 giorni per valutare il progetto e ed indicare quali norme possono essere disapplicate e per quanto tempo. La Presidenza del consiglio o al ministro delegato avranno 45 giorni per enucleare tutti i principi da rispettare per i test.
Al termine del test la startup dovrà relazionare i risultati ottenuti e l’impatto dell’attuale normativa sulla loro riuscita, con eventuali proposte di modifica della stessa. Qualora la Presidenza del consiglio valuti positivamente i risultati ottenuti, avrà 90 giorni per riscrivere le leggi in discussione.
Lo stato attuale
Purtroppo il testo della modifica inserito in Finanziaria è stato cassato unitamente ad altri emendamenti poiché, a parere della seconda carica dello Stato, non inerenti alla normativa principale. Lo stesso ha poi ritrovato posto nella prima stesura del decreto di conversione cd. milleproroghe, salvo poi essere stralciato nuovamente. Che ne sarà di questa innovazione normativa?
Che l’Italia abbia una carenza di appetibilità per l’innovazione non è certo un mistero, tanta strada è stata fatta grazie alla l. 179/2012 e, anche per questo motivo, non è il momento di fermarsi ma bisogna continuare nel rendere fertile il terreno economico normativo nel tentativo di far attecchire sempre di più nuove aziende nel mondo dell’innovazione al fine di non rimanere indietro e nel tentativo di far emergere la qualità anche delle intuizioni Made in Italy.
- Posted by MepLaw
- On 17 Giugno 2020