Ethereum, Blockchain per smart contracts.“
Quando Vitalik Buterin, nel novembre 2013, presentò il whitepaper di Ethereum aveva ben chiaro ciò che voleva realizzare:
una piattaforma open-source che permettesse agli sviluppatori di programmare contratti intelligenti ( smart contracts ), applicazioni decentralizzate ( dApps ) e organizzazioni autonome decentralizzate ( DAO ).
I tre concetti sono strettamente collegati tra di loro e fanno tutti rifermento alla possibilità di scrivere delle informazioni che possono essere eseguite in maniera automatica, tramite una serie di condizioni “if else”, su blockchain, quindi su un database decentralizzato, rendendo la sua soluzione immutabile e pubblica.
Analizziamo più nello specifico i tre concetti iniziando proprio dallo “smart contract”:
La parola “smart contract” fu coniata nel 1996 da Nick Szabo facendo riferimento a clausole contrattuali incorporate direttamente nei software sui quali le persone si relazionavano, cercando di automatizzare alcuni processi ed evitando il loro inadempimento.
Laddove ci fosse stata una ipotesi di inadempimento, l’utente avrebbe dovuto accettare la risoluzione del contratto, dovendosi necessariamente fidare della società emittente del servizio.
Grazie alla blockchain, che diventa ente terzo certificatore, lo smart contract diventa immutabilmente pubblico e vincolato solo alla funzione che incorpora.
La funzione scritta nello smart contract può altresì collegarsi al mondo esterno per attivarsi e/o concludersi in relazione ad un’avvenimento specifico ( ad esempio l’oscillazione delle azioni in borsa o il decesso di un individuo).
Se lo smart contract è una porzione di codice che assolve ad una determinata funzione, una dApp è una vera e propria applicazione che ha la sua parte front-end gestita e mantenuta dagli sviluppatori su un database privato mentre la parte operativa di back-end, ossia le funzioni e gli algoritmi, inseriti in uno o più smart contract collegati al database distribuito (blockchain).
Il terzo ed ultimo concetto inserito da Vitalik Buterin è quello della DAO, ossia un’organizzazione decentralizzata autonoma. Obiettivo della DAO è quello di spostare la gestione dell’organizzazione aziendale da un sistema gerarchico a quello orizzontale, dividendo il potere gestionale tra i partecipanti e limitando il controllo dell’agire umano in favore del codice software.
La DAO opera in maniera autonoma su blockchain in quanto l’esecuzione di una transazione è slegata dal volere dell’essere umano o di altri soggetti ma risiede semplicemente nel codice software.
Con Ethereum diventa dunque possibile aggiungere del codice software alle transazioni che avvengono su blockchain e garantirne la sicurezza e l’inviolabilità per via della decentralizzazione.
Sarà, quindi, possibile costituire, modificare o estinguere situazioni giuridiche soggettive tramite la blockchain.
L’ utilizzo del futuro è d’obbligo in quanto appare necessaria, per una conforme adozione della tecnologia all’ interno della “realtà giuridica”, una attività di risoluzione dei problemi/dubbi applicativi insiti nella tecnologia stessa.
- Posted by MepLaw
- On 17 Settembre 2019